30/05/13

Garcìa Lorca in giardino

Cari poeti,
non siamo arenati né smarriti per le vie di Vicenza, solo un po' silenti e leggeri nel nostro andare, come la poesia puo' essere di natura.
Gli ultimi icontri ci hanno visto in contesti gentilmente aperti al gruppo, in casa di soci Spritz Poesia.
Contesti peraltro molto affini alla declamazione dei versi, in primis di Emily Dickinson, in un salottino con vetrate vista vialetto all'inglese, ingentilito da fiori e cespugli verdeggianti, alle pareti ci deliziavano i dipinti meravigliosi di Marcello.
Abbiamo scoperto molte cose, da letture e confronti su Emily, non per ultimo che il suo vivere ritirato e il suo scrivere limitato alla sua stanza, era dettato da una malattia difficile da vivere e che incideva nello scrivere.
Abbiamo proseguito, e proseguiremo ancora una volta, con Garcìa Lorca, genesi del folklore andaluso che è la base della sua poesia.
In quel mondo Lorca ritrova l'istinto della sua natura, il grido d'amore, la fiamma del dolore, il canto di gloria, il desiderio di vita.

"Ti condurrei,
negli autunni, al bordo dei verdi
stagni infiniti
a vedere i neonati di giovani fate
e a guardarei placidi
alberi sfioriti".

In questo "essere" si avverte la sua musica che ne esalta il linguaggio e la spontaneità.
Una poesia che si fa rappresentazione, teatro.
E anche questo grande autore, lo abbiamo vissuto nel piacere di una bella presentazione del nostro gentile ospite Luciano che, a lungo, ci ha parlato della poesia di Lorca, della sua vita, il tutto in una luce soffusa della sala giardino immersa nel verde.
Era proprio così, ascoltavamo versi e i nostri occhi potevano spaziare da un roseto ad un'alta cima d'albero secolare, mentre lo scroscio cupo del temporale un pò sovverchiava la parola del nostro affabile ospite.
Bene se di Garcìa Lorca ancora vorrete sentire, sapere, declamare, ci ritroveremo la prossima volta in città:

Caffè Amaro - Contra' Carpagnon 
(fronte parcheggio Villa Eretenia) 
lunedì 3 giugno - ore 18:00

Patrizia C.

13/05/13

Emily Dickinson e il suo “teatro naturale”.

Da “Il giardino della mente” (contenuto nel saggio introduttivo di M. Bulgheroni in: Emily Dickinson, Tutte le poesie, Mondadori 1997).
Negli anni della sua grande produzione poetica (1860-1865), per E.D. , che vive rinchiusa tra le pareti domestiche, l’osservazione della natura dalla finestra della sua stanza diventa fondamentale. E, per “Natura”, si intende il giardino della casa paterna. Questo piccolo luogo si amplifica e diventa scenario simbolico, gli elementi naturali, piante, piccoli animali, i fiori, il cielo, i monti in lontananza divengono oggetto di una osservazione profonda e meticolosa e di una attenzione che dà origine a elaborazioni visionarie, oniriche. Ogni componente di questo “teatro naturale” viene definito minuziosamente e trasfigurato in spettacolo. Piccoli animali, insetti, topi, serpi, moscerini, divengono protagonisti di storie o attori di drammatizzazioni (605, ragno; 211, 213, 214, api). 
La poetessa riflette poi su aspetti imperscrutabili della natura (es. l’essenza del fiore, 1058). Il bestiario di E. D., oltre che di animali simbolici come appunto l’ape, simbolo di laboriosità, il ragno (l’artefice, la donna), il topo e la serpe (l’oscurità), si compone anche di creature fiabesche come elfi, folletti, sirene, angeli. Presenti anche molti esemplari di volatili dell’ornitologia americana, rintracciabili nell’opera del naturalista e pittore Audubon: la ghiandaia, il pettirosso, la civetta, il caprimulgo. Due liriche bellissime che includono questo tema sono la 182 (pettirossi) e la 128. Vedi anche la 161 (caprimulgo).

Carla Combatti

EMILY DICKINSON

Negli ultimi due incontri abbiamo parlato della grande poetessa Emily Dickinson, soffermandoci dapprima sulla sua figura e personalità e poi su alcuni temi della sua produzione poetica, quali l'osservazione della natura e la sostituzione del corpo con la parola.





SOSTITUZIONE DEL CORPO CON LA PAROLA

OSSERVAZIONE DELLA NATURA 

 Emily Elizabeth Dickinson (Amherst, 10 dicembre 1830 – Amherst, 15 maggio 1886) è stata una poetessa statunitense. È considerata tra i maggiori lirici del XIX secolo.
Nacque da una famiglia molto in vista, conosciuta per il sostegno fornito alle istituzioni scolastiche locali. Suo nonno, Samuel Fowler Dickinson, era uno dei fondatori dell'Amherst College, mentre il padre ricopriva la funzione di legale e tesoriere dell'Istituto; inoltre, ricopriva importanti incarichi presso il Tribunale Generale del Massachusetts, il Senato dello Stato e la Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.
[WikiMedia]

Dì tutta la verità ma dilla obliqua
Il successo sta in un circuito
Troppo brillante per la nostra malferma delizia
La superba sorpresa della verità
Come un fulmine ai bambini chiarito
Con tenere spiegazioni
La verità deve abbagliare gradualmente
O tutti sarebbero ciechi.